Artemidoro di Efeso e la scienza del suo tempo
collana – Paradosis
ottobre 2010 - pp. 192, stampato su carta vergata pregiata
formato 14,5 x 21 cm
€ 20,00 ISBN 9788822058164
Un'indagine sul «vero» Artemidoro di Efeso (II sec. a.C.): un geografo di alta levatura e dottrina che descrisse il mondo dominato dai Romani.
L’autore
Claudio Schiano lavora presso il Centro di Studi sulla Tradizione dell’Università di Bari e svolge ricerche di filologia classica. Si interessa di tradizione dei testi scientifici greci e latini e di storia della filologia. Ha pubblicato Il secolo della Sibilla (2005) e Dialogo di Papisco e Filone giudei con un monaco (2005), nonché numerosi saggi apparsi su riviste specialistiche («Quaderni di storia», «Museum Helveticum», «Bollettino dei classici»).
Claudio Schiano lavora presso il Centro di Studi sulla Tradizione dell’Università di Bari e svolge ricerche di filologia classica. Si interessa di tradizione dei testi scientifici greci e latini e di storia della filologia. Ha pubblicato Il secolo della Sibilla (2005) e Dialogo di Papisco e Filone giudei con un monaco (2005), nonché numerosi saggi apparsi su riviste specialistiche («Quaderni di storia», «Museum Helveticum», «Bollettino dei classici»).
L’opera
L’opera geografica di Artemidoro di Efeso è andata perduta, ma ad essa, corposa e ricca di notizie, attinsero a piene mani i maggiori scienziati ed eruditi: Strabone, Plinio e Stefano di Bisanzio. Di recente, al geografo efesino è stato erroneamente attribuito un papiro di ignota origine e, con esso, pensieri ed informazioni del tutto incompatibili con quanto di lui già sapevamo: questo clamoroso episodio è solo l’ultimo atto di una vicenda che, attraverso i secoli, ha pian piano deformato il volto del nostro autore. Questo libro si propone di ricostruire il metodo di lavoro di Artemidoro attraverso l’analisi di alcuni suoi frammenti molto significativi. Artemidoro scelse di non restar chiuso in una biblioteca a compulsare fonti scritte, ma si aprì alla conoscenza diretta dei luoghi e delle persone che li abitano, durante la fase montante dell’imperialismo romano.
L’opera geografica di Artemidoro di Efeso è andata perduta, ma ad essa, corposa e ricca di notizie, attinsero a piene mani i maggiori scienziati ed eruditi: Strabone, Plinio e Stefano di Bisanzio. Di recente, al geografo efesino è stato erroneamente attribuito un papiro di ignota origine e, con esso, pensieri ed informazioni del tutto incompatibili con quanto di lui già sapevamo: questo clamoroso episodio è solo l’ultimo atto di una vicenda che, attraverso i secoli, ha pian piano deformato il volto del nostro autore. Questo libro si propone di ricostruire il metodo di lavoro di Artemidoro attraverso l’analisi di alcuni suoi frammenti molto significativi. Artemidoro scelse di non restar chiuso in una biblioteca a compulsare fonti scritte, ma si aprì alla conoscenza diretta dei luoghi e delle persone che li abitano, durante la fase montante dell’imperialismo romano.
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