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venerdì 10 dicembre 2010

Come se mangiassi pietre di Wojciech Tochman




A DISTANZA DI 15 ANNI DAGLI ACCORDI DI DAYTON... UN LIBRO PER PARLARE DELLA GUERRA CHE TUTTI VORREBBERO DIMENTICARE

Tochman è uno dei più dotati reporter polacchi. Essenziale e sempre aderente alla vita, riesce a trasformare ciò che raccon- ta in un universo narrativo da cui è impossibile staccarsi e rimanere estranei. Uno degli eredi più accreditati di Kapuscinski.

Nei quattro anni della Guerra Civile di Yugoslavia sono morte oltre centomila persone. Ci sono voluti mesi e anni prima che si potesse finalmente procedere all’identificazione dei morti nelle fosse comuni.
Per molti però la ricerca dei propri cari continua ancora oggi. Tochman si muove assieme ai sopravvissuti (per lo più donne) che come involontari attori visitano le scenografie della propria perdita: un’ampia sala nella quale sono esposti gli abiti delle vittime, una cella sotterranea con mucchi di ossa pallide, un campo per rifugiati senza casa, una città abbandonata ai fantasmi di memorie terribili, un funerale nel quale i famigliari possono finalmente dare l’ultimo saluto.
Istantanee e memorie, un grande reportage raccontato attraverso il punto di vista delle persone che hanno perso quasi ogni cosa. Ecco come una intera comunità viene a patti con il proprio crudo e recente passato.

Nato a Cracovia nel 1969, Wojciech Tochman è un reporter premiato e uno scrittore. Con «Come se mangiassi pietre», Tochman è arrivato in finale al NIKE Polish Literary Prize e al Prix Témoin du Monde, concesso da Radio France Interna-tionale.

pp. 144, brossura cucita, € 14,00
collana PASSI, 2010
isbn 978-88-89767-17-7
Keller Editore

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