Nei giorni in cui il Papa riafferma l'infondatezza dell'accusa di deicidio che per secoli è stata usata per diffondere odio nei confronti degli ebrei esce la seconda edizione de Il Baule dello Scriba. In dialogo con la comunità del Vangelo di Matteo, di Marcelo Barros.
Riccardo di Segni, rabbino capo di Roma, nell'ultima intervista al Corriere della Sera in merito alle recenti parole del Papa, afferma: "Abbiamo patito duemila anni di lutti e sofferenze per quelle parole di Matteo 'il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli'. Una mostruosità teologica, un'aberrazione densa di lutto e orrore". Le parole espresse da Papa sono concetti dichiarati a livello teologico ed esegetico ben 46 anni fa, quindi conosciuti non solo fra teologi e studiosi. Ma le reazioni entusiastiche di molti e le recenti manifestazioni antisemite di alcune celebrità fanno intendere che il pregiudizio storico sia ancora latente e continui a impedire un dialogo pacato e rispettoso.
Il baule dello scriba è un sussidio per la lettura popolare della Bibbia che restituisce autenticità al messaggio di Matteo e smonta gli ostacoli al dialogo con l'ebraismo, con rigore, masticando per noi le conoscenze attuali dell'esegesi e della storia ma con un linguaggio discorsivo e "affettivo".
Tra i vangeli sinottici quello di Matteo è in effetti il più polemico verso il popolo ebraico ma fin dove è possibile, e lecito, attribuire certe espressioni a Gesù? Il testo di Matteo risponde ad una situazione comunitaria particolare cui non rispondono i Vangeli di Luca o Marco, nasce in un epoca di forti polemiche e scomuniche reciproche tra giudei e cristiani e riflette problematiche vissute dalla stessa comunità di Matteo.
Marcelo Barros, scrive questo sussidio sotto forma di lettera, il suo interlocutore è direttamente la comunità ebraica nel quale il Vangelo di Matteo vide la luce, si rivolge a loro come fossero suoi contemporanei, protagonisti di un tempo "inquieto e privo di speranza". Ci invita a rileggere il testo di Matteo a partire dall'amicizia e dalla complementarietà che si riscopre tra cristiani ed ebrei e lo attualizza, operando il confronto con le dinamiche del mondo attuale.
Propone una rilettura a partire dal dialogo dal più profondo rispetto per le tradizioni del giudaismo e per le altre confessioni religiose. Con coscienza dell'alterità, preoccupazione ecumenica e di dialogo.
Un sussidio che "conversa" con i lettori a partire dalla vita di ciascuno e aiuta a scoprire la bellezza del Vangelo di Matteo nel modo più semplice e coinvolgente.
Marcelo Barros è monaco benedettino, già stretto collaboratore di Hélder Câmara è stato priore del Monastero dell'Annunciazione a Goiás, in Brasile. È membro dell'Associazione ecumenica dei teologi del Terzo Mondo (Eatwot).
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