Libri news

lunedì 29 novembre 2010

«Terzapersona» (Ed. La Zisa) scritto da Ennio Tanaglia

IBRI: Storia di due fratelli in «Terzapersona» (Ed. La Zisa) scritto da Ennio Tanaglia

Le piccole battaglie quotidiane di chi combatte l'handicap

di Antonella Filippi (“Giornale di Sicilia”, 26 novembre 2010)

Viene in mente una scena del film “Il pianista” di Roman Polanski: durante un'irruzione in una casa di ebrei, la prima azione che le SS compiono è quella di sollevare un invalido, con annessa sua sedia a rotelle, e gettarlo velocemente dalla finestra. Molto velocemente. Senza perdere inutile tempo. Per carità, il riferimento è a un caso limite ma i rapporti tra chi è portatore di un handicap mentale o fisico e il mondo attorno è complesso. Ruota attorno a due fratelli, uno sano e l'altro con problemi psichici, il libro dell'avvo cato penalista Ennio Tinaglia, “Terzapersona” (Edizioni La Zisa), presentato ieri a Palermo con gli interventi del magistrato Lorenzo Matassa, che ha curato la prefazione, e della psicologa Virginia Salemi. E’ dura la quotidianità dei malati, come è tanta la fatica di chi, in famiglia, deve assisterli, ancor di più quando è la mente a smarrirsi. Un esercito di genitori, mariti, mogli, fratelli e figli che, giorno dopo giorno, deve confrontarsi con una realtà carica di disperazione. Tanto che spesso chi sta accanto a questi pazienti non si accorge più dei propri bisogni. Ecco allora Giorgio che, nel prendersi cura di Saverio, lotta per conservare degli spazi per sé e si muove tra rabbia, rassegnazione, speranza, rimorsi. Tra i tentacoli dei sensi di colpa che seguono a momenti in cui l'odio sembra prendere il sopravvento, in cui pensieri inconfessabili si fanno strada. Una sorta di battaglia di amore/odio di Giorgio contro Saverio ma, soprattutto, per Saverio, in un intrigante gioco di riflessioni: «Ripercorro - commenta Tinaglia - un bel tratto di vita dei due fratelli, Giorgio e Saverio. Dall'infanzia all'adolescenza, dalla presa di coscienza di Giorgio che dovrà farsi carico del fratello più grande, soprattutto dopo la morte del padre, senza però lasciarsi travolgere, mantenendo spazi vitali, a costo di sentirsi un po' mostro. Sono si tuazioni comuni più di quanto si pensi: comprendere che si tratta di sentimenti diffusi può fare sentire meno soli e aiuta a lasciare da parte la vergogna che può assalirti. Si tratta di dinamiche complesse che ricadono quasi esclusivamente sulla sfera familiare, poiché l'aiuto esterno è davvero limitato». A trent'anni dalla legge Basaglia.('ANFI')

0 commenti: