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lunedì 12 aprile 2010

INTERVISTA A MATTEO RAMPIN

L'intervista sarà trasmessa in diretta martedì 13 aprile su Rai Tre alle ore 12.40
nella trasmissione "
Le Storie - Diario Italiano" condotta da CORRADO AUGIAS.

Matteo Rampin, psichiatra, formatore e consulente di multinazionali sui temi dell'approccio non convenzionale all'innovazione e al problem solving,
autore di numerosi libri pubblicati in Italia e all'estero tra in quali:
"Tecniche di controllo mentale", "Stratagemmi di guerra", "L'arte dell'impossibile" (
Aurelia Edizioni).

La truffa può essere considerata la frontiera estrema della persuasione. In essa si realizza un vero paradosso comportamentale: l'induzione di comportamenti autolesionistici spontanei in persone normali nella vita di tutti i giorni.

E' così che un pensionato si ritrova a cedere "volontariamente" la sua pensione a un perfetto sconosciuto, l'esperto frequentatore di ippodromi casca nel tranello più antico, lo scettico professionista gioca in borsa solo dopo aver ottenuto l'avallo del cartomante, il funzionario di banca si ritrova nel bel mezzo di una versione telematica della "catena di Sant'Antonio".
In realtà questi comportamenti non sono affatto spontanei come sembrano alla vittima della truffa, ma sono il risultato di comportamenti accuratamente concertati da abili persone che ricorrono a un ricco repertorio di astuzie, mistificazioni e sottigliezze psicologiche.
Matteo Rampin e Ruben Caris descrivono nel libro "Fraudologia. Teoria e tecniche della truffa" (ed. Scuola di Palo Alto, Milano, 2010) tale "arsenale del truffatore", esponendo un'analisi dettagliata dei meccanismi psicologici della truffa: il modus operandi, i trucchi, le modalità comunicative e relazionali adottate dal truffatore per sedurre e circuire le sue vittime, servendosi tanto dei tradizionali canali comunicativi quanto dei contemporanei mezzi elettronici e informatici.
I principi psicologici dell'inganno e della frode sono universali ed eterni: in tempi di realtà virtuale e di reti interconnesse le procedure efficaci per indurre una persona a privarsi dei propri beni sono le stesse usate nelle epoche antiche... e funzionano ancora.
Questo libro, che utilizza la metafora dell'illusionismo come inquadramento teorico delle tecniche dell'inganno efficace (proseguendo un'analisi già proposta in precedenti libri scritti da Rampin), insegna a riconoscere come si costruisce una truffa e perchè, troppo spesso, funziona...
Questo libro utilizza la metafora dell'illusionismo per inquadrare da una prospettiva organica e coerente le tecniche di inganno efficace, proseguendo un'analisi iniziata in precedenti libri di Rampin, in particolare "Stratagemmi di guerra" (ed. Aurelia, 2005), e contribuisce a dare un ulteriore incremento alle scienze del comportamento ingannevole, argomento al quale Rampin ha dedicato alcuni testi tra i quali "Tecniche di controllo mentale" e "L'arte dell'impossibile" (entrambi editi da Aurelia nel 2004).

3 commenti:

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

La società moderna ha fatto dell'inganno, come metodo di ottenere dei comportamenti voluti in altri, una metodologia fondamentale nella gestione dei rapporti sociali. Non sono a livello di relazioni tra singoli e quindi non solo a livello di raggiro o truffa, perpetrata per un illecito arricchimento a danno del truffato, ma anche tra livello di rapporti sociali complessi, tra i poteri di controllo della società ed il singolo indiduo. La ricerca del consenso, l'indirizzamento dei gusti del pubblico e la volontà in alcuni casi di guidare le scelte delle persone, fanno si che le tecniche di persuasione siamo utilizzate ampiamente nella società del consenso, a vari livelli e con una diffusione sempre crescente. Ormai i metodi illustrati da Vance Packard nel suo "I persuasori occulti" fanno parte della preistoria ed il nostro mondo rischia di diventare in prospettiva, con una lenta ed impercettibie deriva, sempre più simile, al "Brave New World" di Huxley, ove le depressioni sono obbligatoriamente curate con le droghe di stato, la morale sessuale delle persone è spensieratamente libera e gli esseri umani sono geneticamente programmati, giungendo così ad una quasi totale rimozione del libero arbitrio.