Libri news

venerdì 23 marzo 2012

ANVUR per la Valutazione della Qualità della Ricerca

La casa editrice Altravista è stata accreditata dall’Agenzia di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR) per la valutazione delle pubblicazioni scientifiche

La casa editrice Edizioni Altravista è stata accreditata dall’Agenzia di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR), istituita con DPR 1 Febbraio 2010, n.76 e insediatasi il 2 Maggio 2011 presso i locali del MIUR in Piazzale Kennedy, 20 a Roma per la valutazione delle opere scientifiche presenti nel suo catalogo.

«L’ANVUR è impegnata a svolgere la sua attività di valutazione dei risultati in linea con principi fondatori che sono alla base del suo operato e delle regole deontologiche di cui intende dotarsi: indipendenza, imparzialità, professionalità, trasparenza» afferma Stefano Fantoni, Presidente dell’ANVUR.

Da oggi gli autori che hanno pubblicato opere di carattere scientifico-universitario con Altravista - monografie, contributi in volume, atti di convegno ecc. – potranno quindi richiedere la valutazione da parte dell’Agenzia ANVUR. Questo riconoscimento darà visibilità, valore e prestigio alle loro pubblicazioni oltre al dovuto riconoscimento accademico.

La richiesta dovrà essere effettuata direttamente all’ANVUR.

Per info: http://www.anvur.org/

giovedì 15 marzo 2012

Un tweet mai visto prima!

Edizioni Altravista supera il famoso limite di 150 caratteri del social twitter ed è subito boom di visite.

Il popolo di twitter questa mattina è rimasto stupito nel poter leggere l’anteprima di un libro nei tweet di Altravista. Non da un link su twitter, come erano soliti fare, ma dal profilo dell’editore. Altravista infatti ha postato la prefazione del libro Le foreste della mente di Marco Paci divisa in una trentina di tweet inseriti in ordine inverso. Il risultato: leggendo i tweet uno di seguito all’altro si “compone” l’intera prefazione del libro.

«I limiti sono fatti per essere superati» sostiene scherzosamente il dott. Marco Boatti, giovane direttore editoriale della casa editrice indipendente Altravista. «Adoro twitter perché a differenza di altri social diffonde notizie interessanti in tempo reale e non le faccende private di Tizio e Caio ma per come sono fatto 150 caratteri non mi bastano per comunicare con i nostri follower». Ebbene date un’occhiata al profilo di Altravista su twitter e vedrete cosa si sono inventati questa volta. https://twitter.com/#!/_Altravista_

lunedì 5 marzo 2012

Il valore della diversità. Quando la scienza si scontra con il pregiudizio

E’ uscita in questi giorni in libreria una ricerca scientifica che chiarisce l’infondatezza evolutiva e biologica del concetto di razza e dei pregiudizi raziali.

Era atteso da tempo il nono volume della storica collana curata dal laboratorio di antropologia dell’Università di Firenze, pubblicazione ufficiale dell’International Institute for Humankind Studies diretta dall’emerito prof. Brunetto Chiarelli edita da Edizioni Altravista.

Il tema è di estrema attualità e si inserisce in un vivace dibattito scientifico e accademico di notevole interesse internazionale.

Un nuovo passo verso la consapevolezza della necessità di cancellare dal nostro lessico il termine “razza”. «Sarebbe scientificamente e “politicamente” scorretto insistere nella definizione di razza quando ci riferiamo all’essere umano» dichiara il prof. Brunetto Chiarelli, uno dei massimi esponenti della ricerca antropologica nel mondo e curatore della rivista Systema Nautrae e prosegue «dovremmo considerare la concezione di “specie” umana per cancellare il termine ingiusto e storicamente abusato di “razza”».

L’Italia sta vivendo una fase in cui si susseguono episodi di intolleranza e discriminazione verso le persone di colore, gli immigrati e verso gli stranieri in generale: occorre riflettere ed opporsi alle violenze ed ai pregiudizi. I nostri sensi percepiscono differenze fisiche tra le persone che spesso vengono associate a differenze culturali ed interpretate sulla base di vecchi pregiudizi, secondo i quali l’umanità sarebbe suddivisibile in gruppi biologicamente distinti, alcuni dei quali sarebbero “superiori” ad altri.

Le gerarchie tra le “razze” umane, proposte nel XIX secolo, altro non erano che lo strumento ideale per giustificare sistemi colonialistici, di apartheid e di imperialismo, fino al caso estremo del nazismo. A questo proposito, è bene chiarire che nessun biologo umano o antropologo serio ha mai sottoscritto o approvato questo tipo di teorie e che coloro che lo hanno fatto, strumentalizzando la scienza per i propri interessi politici od economici, non sono mai riusciti a definire quante fossero le “razze” umane, producendo stime diverse, oscillanti fra le due e le duecento.

L’analisi del patrimonio genetico umano ha dimostrato che la variabilità della nostra specie si esprime tra gli individui della stessa popolazione così come tra individui di popolazioni diverse: paragonando i geni di due individui appartenenti alla stessa popolazione, le differenze sono poco inferiori a quelle rilevate paragonando i geni di due individui che vivono in continenti diversi.

Il problema del razzismo e della discriminazione di individui che hanno determinate caratteristiche fisiche e culturali, va ben oltre i confini della biologia ed investe la politica e la società. Oggi il mondo globalizzato impone il confronto diretto con persone provenienti da ogni parte della terra, costringendo la società ad una risposta. Se la risposta sarà la paura, questa non potrà essere giustificata da alcuna prova biologica o teoria antropologica: non c’è nulla di naturale nel razzismo nella nostra specie, esso è un artefatto arbitrario, prodotto da ideologie politiche.

Un testo necessario per comprendere il valore della diversità umana in termini culturali, biologici ed evolutivi, un volume di importanza scientifica e culturale, un manifesto per la nuova umanità multietnica.

Vai alla scheda del libro»»»

http://www.edizionialtravista.com/il-valore-della-diversita-brunetto-chiarelli.html