Libri news

sabato 26 novembre 2011

Tre pubblicazioni “al femminile” in casa Graphe.it edizioni


Le pubblicazioni di questo mese di novembre della Graphe.it edizioni abbracciano idealmente l'altra metà del cielo, mandando in libreria (tradizionale e virtuale) tre libri scritti da donne: Maddalena Curti ci racconta fiabe della buona notte (con una pubblicazione cartacea), Chiara Perseghin e Susanna Trossero ci portano per i sentieri della narrativa digitale. 

Sotto un altro cielo, di Chiara Perseghin. In una torrida notte d’estate il professor Guido Meneghin riceve una telefonata da un personaggio misterioso, Samuele Malpas, che gli offre la direzione dei lavori per il restauro della Cappella degli Scrovegni a Padova. Meneghin accetta, e dai restauri emergerà una sensazionale e pericolosa scoperta… 

Scende la sera. 5 fiabe in rima + 1 da inventare è il nuovo libro di Maddalena Curti ed è pubblicato in cartaceo (sempre su carta riciclata). Si tratta di filastrocche per la buona notte, con illustrazioni di Emiliano Billai. Fiabe celebri come La cicala e la formica, altre meno note come Il marito presuntuoso, tutte in ogni caso elaborate attraverso la vivida fantasia dell’autrice, che le ha pensate per accompagnare con gioia il rituale della nanna. Ciascuna delle quattro favole che compongono questo agile libretto è stata messa in rima, e grazie al linguaggio semplice e spontaneo si presta a essere recitata o trasformata in canzone anche insieme ai bambini, i quali ne gradiranno senza dubbio il tono a un tempo brillante e arcaico. L’interattività dell’idea di base trova riscontro evidente nel fatto che l’ultima fiaba è… non scritta: la pagina di Scende la sera è riempita solo da una rete di quadretti da quaderno, nei quali annotare la propria, personalissima storia in rima. 

Ladri di vita, di Susanna Trossero. Ci sono vite che osserviamo con ammirazione, altre con dispiacere, altre ancora ci lasciano indifferenti. Ma sono pur sempre vite d’altri: avvenimenti, pensieri o azioni che non ci appartengono e che rimangono celati oltre finestre anonime o dietro gli sguardi dei passanti. Marina però non si accontenta di ammirare, dispiacersi o lasciarsi sfiorare. Giorno dopo giorno, il suo desiderio di possedere altre vite diventa ossessione, finché…

lunedì 21 novembre 2011

Le foreste della mente


Come afferma Gregory Bateson in Mind and Nature, la conoscenza umana è solo una piccola parte di un più ampio conoscere integrato, la Mente Naturale, “un tessuto connettivo universale che tiene unita l’intera biosfera”. È per questo – sostiene Marco Paci ne Le Foreste della mente (Edizioni Altravista) – che le foreste rappresentano una risorsa in termini non solo finanziari, biologici o idrogeologici, ma anche culturali.

Il libro di Marco Paci analizza l’influenza delle foreste sulla mente umana attraverso un duplice percorso. La prima parte del libro propone una visione delle foreste come maestre di vita (Quello che le foreste insegnano): l’idea di fondo è che l’osservazione dei meccanismi della natura possa essere il punto di partenza per un’educazione sociale. La dinamica delle foreste ci insegna, a esempio, che nel percorso della vegetazione non esiste un punto d’arrivo definitivo ma una continua e faticosa ricerca di equilibri, che spesso si raggiungono in maniera traumatica, ogni volta “imparando” dal disturbo, adeguando cioè forme e meccanismi alle nuove condizioni che si sono create.
Le foreste, soprattutto, ci spingono a sognare un mondo migliore rispetto a quello in cui viviamo. E qui inizia la seconda e più corposa parte del testo (Quello che le foreste suggeriscono), dedicata alla dimensione immaginaria. Con un viaggio nelle testimonianze del passato (le fonti sono soprattutto letterarie, ma non mancano riferimenti pittorici e architettonici, per non parlare delle tradizioni dei popoli nativi di foreste) si scoprirà che le selve scatenano le nostre fantasie.

È noto che i boschi sono da sempre luoghi di suggestione e di incanto, templi di sacralità dove l’uomo riscopre la propria identità nel rapporto più intimo con la natura e con Dio. Ma non è tutto qui. Leggendo il libro di Paci si scoprirà che le foreste sono da sempre rifugio della giustizia, in alternativa alle leggi, spesso inique, concepite nelle città. Che le società più ciniche, materialiste e ipocrite – soprattutto quelle in cui il profitto economico prende il sopravvento sui valori umani e su quelli naturali – da sempre producono anticorpi che trovano sponda proprio nelle foreste. Che perfino la caccia può avere una sacralità, quando assume il significato di un rito con cui l’uomo comprende la propria identità in rapporto alla natura. Che la foresta è “femmina”, al punto che le epoche storiche più aggressive nei confronti delle foreste sono state anche quelle più violente verso le donne. Che nella foresta de La Verna San Francesco si ispirava, otto secoli fa, a modelli gestionali molto vicini a quelli che oggi rientrano nell’ambito della “selvicoltura naturalistica”. Che le foreste sono contenitori di un patrimonio immaginifico che rischia di scomparire assieme agli ecosistemi che lo ospitano: il danno provocato dalle deforestazioni nella fascia tropicale andrebbe valutato in termini non solo ecologici, ma anche culturali. La grande lezione che ci impartiscono oggi le foreste è che il sogno di Gilgamesh (pretendere di conquistare l’onnipotenza a spese delle foreste) è destinato all’insuccesso.

Le Foreste della mente è in ultima analisi un atto d’amore nei confronti di un patrimonio che ci riempie di nostalgia, un paradiso perduto in cui si prova ristoro a rifugiarsi.

Titolo: Le foreste della mente. Quello che ci insegnano e quello che ci fanno immaginare
Autore: Marco Paci
Editore: Altravista
Collana: Eco
Edizione: 2011
Pagine: 152
Formato: 14×21 cm, brossura
Isbn: 9788895458427