Cari soci
Guardate qui:
http://www.pmi.it/hardware/
e poi guardate anche che cosa hanno fatto da Apogeo in una giornata dedicata al tema, è pieno di contenuti succulenti!!
http://www.apogeonline.com/
Vi ricordo che il nostro accordo con SIMPLICISSIMUS scade l’11 febbraio, dopodiché i prezzi per la conversione non saranno piu gli stessi
vi incollo qui la mail di allora , era l’11 novembre
Cari soci
In allegato il contratto che fa riferimento al contratto quadro stipulato da fidare con Simplicissimus Book farm
Simplicissimus è anche editore ed è socio fidare da ottobre 2009
Per aderire è sufficiente che mandiate una mail di adesione a sbfxfidare@simplicissimus.it
Per farvi capire come i tempi sono maturi guardate qui
http://www.kindleitalia.com/
Media word farà una campagna lancio con i contenuti che fornirà Simplicissimus degli editori che aderiranno
Nel frattempo io mi sono comprata il kindle e non vedo l’ora di vedere i mie libri anche disponibili su amazon!
Spero che approfitterete di questa opportunità
Un caro saluto a tutti
La mia casa editrice, www.leoneverde.it ne ha convertiti 108, ho gia iniziato a venderli sul mio sito e sono molto soddisfatta, non ho protetto nulla, anzi voglio riportarvi qui una frase che mi ha detto un direttore delle SPRINGER ragionando sulla sua caa editrice: “ meglio essere copiati che ignorati”. Questo mercato, miei cari soci, o ci salite mentre è sull’onda o quando sull’onda ci sarà mondadori, rizzoli, e tutta la bella compagnia per noi non ci saranno più i riflettori.
Vi mando un caro saluto!
Anita Molino
FIDARE
Federazione Italiana Editori Indipendenti
Via della Consolata 7
10122 Torino
Tel 011 5211790
Fax 011 09652658
email: amolino@fidare.it
www.fidare.it
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“Nell'e-book io vorrei che si salvasse la possibilità di bagnarsi il dito, che è fondamentale, una soddisfazione orale che risale all'infanzia (…) Non sperate di liberarvi dei libri!”
Ciao a tutte/i,
in questi giorni riflettevo e mi domandavo, ma siamo sicuri che sia auspicabile, specie per noi piccoli editori, l’avvento di questi e-book?
Questa mi sembra l’ennesima “imposizione” commerciale. Siamo sempre così supini ad accogliere le decisioni delle multinazionali quasi fossero verbo di Dio. Si dice: “ Il mondo va così …”, “ è il futuro che avanza...” Io penso, invece, che il futuro siamo noi, e lo costruiamo noi. Farlo decidere passivamente dai soliti grossi gruppi economici mi sembra, specie per il lavoro che facciamo, triste.
Prima di tutto, ciò che non mi piace è l’idea che stiamo dirigendoci verso una società sempre più asettica, senza tatto, senza contatto, senza più forme di affettività. Sarò pure un romantico, ma ogni libro mi suscita un ricordo, come, per esempio, quello di Duchrow (Alternative al capitalismo globale, EMI) che, sulla spiaggia, fu completamente bagnato da un’onda “anomala”. Fosse stato un e-book sarebbe stato da buttare, invece, il mio libro, odora ancora di mare.
Provate poi ad immaginare che tristezza potrebbe essere per uno scrittore fare una presentazione, la dedica dove la farebbe? Ma dove farebbe poi la stessa presentazione se le librerie diventassero superflue? E il piacere di prestare (ma anche regalare) un buon libro? Alle fiere cosa verrà esposto? E il Book Crossing? Ad un seccatore che gli lanceremmo un e-book? Questo è veramente il futuro che vogliamo?
Gli ambientalisti dell’ultima ora ci dicono che sarebbe importante per tutelare gli alberi. Questo si potrebbe superare utilizzando carta riciclata e magari evitare di pubblicare certi libri di cui forse se ne potrebbe fare a meno. Ma ciò che vi domando e mi domando: anche per gli e-book accadrà ciò che è avvenuto per i telefonini? il Congo è stato devastato dalle guerre causate dalle multinazionali per accaparrarsi il tantalio che serve per farli funzionare! Costruire milioni di questi aggeggi, che impatto ambientale e sociale avrebbe?
Mi domando, e vi domando poi: ma l’avvento di questi oggetti non creerebbe (mi riferisco ai paesi in via di sviluppo) un ulteriore gap tra chi può accedere alla cultura e chi no? Ricordate le immagini di quei ragazzi africani che, pur di studiare, trascorrevano per strada sotto un lampione la nottata con un libro in mano? Non penso che a loro sarà possibile acquistare degli e-book…
Per una piccola casa editrice (ma anche per un libraio indipendente) un futuro senza libri, molto probabilmente, significherebbe essere tagliata fuori, vediamo già cosa accade con la grande distribuzione libraia… I grossi nomi schiaccerebbero tutto… Del resto temo che l’obiettivo sia proprio quello di creare degli oligopoli che possano poi gestire, ancor più di oggi, la conoscenza.
Per non trattare l’argomento della pirateria. Sarà che sono di Napoli dove su certe bancarelle già si possono comprare i film prima che escano al cinema, ma la questione è seria. Un editore in che modo sarebbe veramente protetto?
Gli e-book potrebbero essere accettati positivamente in alcuni contesti scolastici (ovviamente li escluderei dalle scuole elementari, dove il tatto e i colori sono ancora importanti, almeno spero …), ma affiancati ai libri!
So che in tanti la pensano come me … ( a partire dai lettori, grazie a Dio! Anche se le pressioni a creare nuovi stili sono forti). Il mio è prima di tutto un invito alla riflessione alla comprensione e alla non accettazione passiva e dogmatica. Non facciamoci travolgere “da questo futuro”, il futuro, come detto, lo costruiamo noi e occorre diffidare da chi vuole farci pensare che non lo si possa cambiare!
Buona lettura!
Gianluca Ferrara
(Edizioni Creativa- Dissensi)
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Caro Gianluca
Credo che le tue considerazioni sul libro cartaceo siano condivisibili al 100%.
Ma credo anche che tu non abbia una visione lucida della situazione. Vedi, nel mondo della tecnologia, che tanto celebriamo, le cose funzionano così:
una volta che nasce qualcosa di nuovo non si può far finta che non esista, ma in un modo o nell’altro tocca farci i conti.
E’ SEMPRE successo così, almeno negli ultimi duemila anni (in precedenza potevano anche prendersi decisioni diverse: quando fu scoperta dai cinesi l’arte della stampa ci si guardò bene dal diffonderla e si considerò un bene per la società proseguire come se non esistesse).
Che a noi piaccia o non piaccia il sistema ebook è cosa perfettamene irrilevante. La gente se lo comprerà, per moda, per amore della tecnologia, per voglia di stupire, perche ha necessità dei suoi indiscutibili vantaggi (in termini di capacità di memoria ecc). Pensare di fermare questo cambiamento significa ingannare se stessi e illudersi in un’ingenuità un po’ colpevole. Non è questione di apprezzare o condividere o amare questa tecnologia: questo non importa a nessuno! Si tratta invece di rendersi consapevoli che, tranne delle eccezioni circoscritte, l’alternativa è la chiusura. Non domani si intende, ma in tempi sicuramente non lontani. Pensa a quello che si è detto per i telefonini cellulari: ricordo autorevoli opinionisti a metà anni ‘90 che spiegavano come la funzione del cellulare avesse un senso solo per categorie molto circoscritte di persone, ma che non si poteva certo pensare a una diffusione generalizzata! Stessi discorsi per internet. E mi limito agli esempi degli ultimi 10/15 anni. Sono certo che puoi fare anche tu esempi del genere.
In conclusione: non è sempre vero che il futuro o il mondo lo costruiamo noi. Le cose sono immensamente più complesse e il più delle volte dobbiamo cercare di gestire variabili che non dipendono in alcun modo da noi.
Ti mando un caro saluto
Anita Molino
FIDARE
Federazione Italiana Editori Indipendenti
Via della Consolata 7
10122 Torino
Tel 011 5211790
Fax 011 09652658
email: amolino@fidare.it
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Caro Gianluca,
Mi piacerebbe poter rispondere ai tuoi stimoli non solo a te, ma a tutti quelli con cui hai voluto condividere le tue riflessioni. Non potendolo fare, intanto, lo faccio con te.
Come forse sai io di ebook, come si dice, "ce campo", anche se non rientro per nulla nel profilo delle terribili "multinazionali" che secondo te manovrano l'avvento di questo nuovo strumento e di questo nuovo mercato.
Avrei molto da dire, e da osservare, sulle tue considerazione, a cominciare dalla semplice constatazione di fatto che i maggiori avversari di un reale "avvento" dell'ebook (accanto, e non "contro" il libro di carta) sono, guarda caso, proprio gli editori dominanti e i distributori dominanti, cosa che già fa cadere tutte le tue supposizioni.
Ma prima di affrontare e discutere insieme le questioni di merito è necessario fare chiarezza sul metodo: le tue sono domande realmente "interroganti" o sono domande (come pare di capire dalle tue conclusioni) "retoriche"? Perché se sono domande retoriche, e sei alla ricerca soltanto di "adesioni" a quel che per parte tua è una certezza, allora il "dogma" è tuo, e discutere dei dogmi non ha alcun senso.
Grazie!
Antonio Tombolini
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Caro Gianluca, la penso come te e da tempo. Più che costruire il nostro futuro qua stanno convincendoci a distruggerlo. Tant’è che quando Anita Molino prospettò alcune innovazioni sull’e-book, già le risposi con tutto il cuore che rischiavamo di fare come il signor Tafazzi, quello che si dava bottigliate sui coglioni. Lei non conosceva Tafazzi e le mie argomentazioni furono brevemente contrastate con un “io non la penso così”.
Trovo molto utili le tue considerazioni sul tantalio e sul gap culturale come argomenti da soppesare in rapporto al vantaggio ambientale di limitare danni al patrimonio boschivo. Le mie considerazioni tuttavia sono deplorevolmente egoistiche. Sono infatti ancora in attesa che qualcuno mi spieghi perché l'editoria cartacea dovrebbe suicidarsi come ha già fatto l'industria discografica con la diffusione digitale dei prodotti. A oggi le etichette discografiche nazionali sono del tutto scomparse, al punto che si cavalca la nostalgia del vinile nella vana speranza di tornare ai bei tempi andati.
Internet e il digitale aprono all'editoria enormi possibilità: dai social forum letterari come Anobii, ai forum tematici, ai blog, ai book trailer, alle video interviste, alla diffusione audio degli incipit, al virtual posse, alla composizione, alla stampa di digitale, ai cataloghi on line (al posto di quelli cartacei mai aggiornati), agli specimen forniti al potenziale acquirente grazie a Google libri, all'interazione con il mondo delle fan fiction... e potrei continuare. Tutto! ma far girare il libri digitalizzati sulla rete, no.
Basta seguire l'esperienza di Twilight della Meyer: è stato caricato su Megaupload la sua scannerizzazione con OCR e oggi nessuno che io conosca lo acquista più.
Abbiamo dalla nostra che per scannerizzare un libro ci vuole ben più fatica e attrezzatura rispetto alla messa in rete di musica e audiovisivi. Se diffondiamo libri in digitale, per copiarli basterà un clik. Oggi il cartaceo per essere copiato richiede tecnologia e un mucchio di tempo. Non crederemo alla favola che i files non saranno copiabili vero? Non si riescono a proteggere neppure programmi e applicazioni dal valore economico ben superiore a quello di un libro! Dunque non tafazziamoci da soli J.
Dietro l’entusiasmo per l’e-book si intravede il sogno erotico di liberarsi dei debiti con il tipografo e con la cartiera, di liberarsi di una promozione priva di spirito di iniziativa, di liberarsi di librai sempre più commercianti e meno operatori culturali. Le soluzioni a questi problemi sono però a mio avviso ben diverse dalla rinuncia a fare il nostro lavoro che risiede tradizionalmente non solo nella gestione dei testi ma anche e proprio nel coordinamento industriale di tutti i vari passaggi di produzione.
Le soluzioni sono ben altre, penso a:
“Adotta un editore a distanza”
Club del libro della piccola editoria.
Bisognerebbe condividere i nominativi degli acquirenti diretti che ciascuno di noi ha nel proprio database, bisognerebbe mettere in mano l’idea a un pubblicitario e a un esperto di marketing con i coglioni e bisognerebbe così creare una versione ingentilita di Euroclub. Bisognerebbe… Ma non lo faremo; siamo una categoria tanto forte potenzialmente quanto castrata dal ripiegamento su noi stessi.
P.S. Anita dice che tutti compreranno gli e-book. Io non ci credo, si potrebbero fare mille esempi di innovazioni abortite. Comunque anche se fosse, per parte mia non ho alcuna intenzione di contribuire all’inveramento di questa profezia di sciagura. Anche perché alzando lo sguardo all’esperienza in atto di caduta nelle vendite dei quotidiani spiazzati da internet, prevedo che laddove i contenuti testuali degli attuali volumi saranno tutti veicolati in digitale e dunque fatalmente piratati, non basterà adottare una piattaforma tecnologica piuttosto che un’altra. Sarà necessario ripensare l’intera professione dell’editore.
Mamma editori
Casa Bonaparte 2 - Lupazzano
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Cara Mamma,
Temo vi sia un equivoco di fondo (e forse più di uno).
Pur riconoscendo agli ebook alcuni vantaggi, che per forza ci devono essere altrimenti non potrebbero neppure essere presentati al pubblico, non è la mia casa editrice impazzisca di gioa per questo, anzi mio marito Fabio non ha per essi nessuna simpatia. Io, sono molto orientata ai dispositivi elettronici e ho iphone, kindle e anche presto ipad ma certo anch’io preferisco leggere un libro di carta.
Inoltre sono molto pessimista e credo che abbiate ragionissima; di più, sono convinta che tutti i mestieri del libro – compresi gli editori & le librerie online – alla lunga abbiano il destino segnato. Basta pensare a importanti autori che saltano il distributore e si metteno d’accordo con Amazon, domani salteranno Amazon e venderanno il libro direttamente dal blog, guarda come ha fatto Coelho.
Bisognerà reinventare molte cose, e chi non riuscirà prima o poi chiuderà la baracca. Sono ormai alcuni mesi che stiamo esaminando da molto vicino questa rivoluzione epocale e, credetemi, sarà un sisma 10 Richter.
Nessuno è obbligato a nulla, questo è ovvio, ma se sceglie di proseguire tranquillo lungo il sentiero già tracciato è bene che sappia che il futuro è davvero molto, molto incerto. Pensare di boicottare l’avvento dei libri elettronici è patetico.
Non ci riuscirebbe nemmeno il gruppo Mondadori+Rizzoli+Messaggerie+ ecc.ecc.
Per finire, le alternative sono, direi, due: o cercare di venire in qualche modo a patti con questa cosa, oppure esserne travolti.
Quando mi dici delle innovazioni tecnologiche abortite mi fai venire in mente alcune discussioni degli anni 80, ricordo che si diceva a che cosa serve un computer abbiamo già la macchina da scrivere, tutti e due hanno la tastiera!!
Ieri è stato presentato Apple iPad. Pur non essendo un lettore ottimale di ebook (infatti lo schermo non usa l’inchiostro elettronico), vai a vedere la presentazione ne trarrai delle osservazioni interessanti!
Ti mando un caro saluto
Anita Molino
Federazione Italiana Editori Indipendenti
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